Perché perché perché perché perché… Ho l’impressione che sulla terra sprechiate troppo tempo a chiedervi troppi perché. D’inverno non vedete l’ora che arrivi l’estate. D’estate avete paura che torni l’inverno. Per questo non vi stancate mai di rincorrere il posto dove non siete: dove è sempre estate.
– Novecento
si perde così tanto tempo a porsi domande, quando poi non ci so accorge che il tempo scorre, noi restiamo fermi e tutto il resto si muove.
È proprio vero. Purtroppo su questo frangente l’evoluzione ha toppato.
tranquilla, tanto siamo in regressione, ma in tutti i sensi. inoltre siamo anche artefici della nostra stessa condizione.
Io credo che le domande siano le spinte per muoverci insieme al nostro grande e frettoloso mondo…
Sì certamente sono spinte necessarie, ma a volte ce ne poniamo davvero troppe.
Alla fine abbiamo talmente tanta spinta da cadere?!!!
Da inciampare sicuramente
Normally I’m against killing but this article slhtaguered my ignorance.
Sorry?
Il mio film preferito! ❤
Anche uno dei miei!
Andando contro corrente alla metafora…..ci sono dei posti negli Stati Uniti dove e’ sempre estate (quasi) o in alcuni dove e’ sempre primavera (quasi),con brevissimi intervalli di temperature rigide.Ecco un posto dove stare senza dover rincorrere il posto!!! bye!!!
Devo trasferirmi.
Il tempo non esiste.
L’abbiamo costruito, vi ci siamo ficcati dentro e ci facciamo schiacciare.
Abbiamo-ci siamo-ci facciamo: tutto merito nostro, nessun altro lo ha voluto.
Sì, abbiamo bisogno di convenzioni per vivere. Cosa sarebbe successo se non avessimo dato un nome al tempo? Mi hai fatto venire in mente una bella domanda.
non credo sarebbe successo, perchè ci è connaturato identificare (cercare di identificare) le cose.
Denominandole, facendo le statistiche, teorizzando, spiegando.
E questo è bellissimo, credo.
Il problema sta nel fatto che quello che facciamo lo riteniamo poi apodittico.
E prentendiamo di avere la ragione assoluta.
Qui non ci sono distinzioni politiche, morali.
Capita a tutti così, nelle cose della vita quotidiana e nei grandi dilemmi.
Pensare di avere ragione: una brutta bestia come concetto.
Se non avessimo dato un nome al tempo, due possibilità: o vivremmo in un mondo migliore, in quanto il non dare dare il nome al tempo sarebbe il correlato di una dimensione concettuale alquanto sviluppata e che tutti noi agevolmente potremmo comprendere (saremmo più intelligenti in pratica, meno egoisti, meno animali, meno uomini);
oppure vivremmo in un mondo peggiore, perchè, data la nostra natura (che è posta e non cambia, a mio parere) la condizione sarebbe solo quella di caos, egoismo, istinto di sopravvivenza.
Ragionamento accurato e ponderato. Sarebbe bello se fosse possibile la prima delle tue conclusioni… una sorta di Iperuranio tangibile.
Ti trovo ora e devo dire che chiedersi il perché è importante quando si deve curare qualcuno.
Il medico moderno non si chiede mai (o raramente) perché. Ogni disturbo ha la sua ragione d’essere. Il “perché” in medicina è importante.
Buona giornata.
Quarc